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Memoria sana in corpore sano. I segreti dello yoga…

Risale a circa 6000 anni fa. A quell’epoca gli studiosi datano la nascita dello yoga, insieme di tecniche fisiche, mentali e spirituali assiduamente praticate in India e in Cina. Oggi tuttavia si sa che anche Romani, Greci ed Egiziani oltre che gli Indù avevano sistemi di disciplina mentale grazie ai quali potevano sviluppare perfettamente la loro memoria. Gli Indù, in particolare, attraverso un apposito tirocinio, preparavano giovani bramini in grado di memorizzare la lettura vedica (Rig Veda, Upanishad, Ramayana, Mahabharata, Bhagavat Gita) in modo che, in caso di incendio o di perdita dei libri, potessero conservarne i testi.

Nelle scritture vediche, buddiste e in quelle che si riferiscono allo yoga, l’ipermnesia (o sati) è vista come uno stato di coscienza (dharma) in cui infinita sarebbe la capacità di ritenere e ripresentare le informazioni. Lo yoga con i suoi esercizi psicofisici mirerebbe a perfezionare questo stato naturale e universale della coscienza.

Una delle condizioni è il raggiungimento della concentrazione e della calma profonda. Savàsana è fra le posizioni di risanamento consigliate dallo yoga quella più idonea per eliminare la stanchezza fisica e mentale, recuperare energie e sviluppare la capacità di osservazione e di attenzione collegate alla memoria.Va eseguito alla mattina appena svegli o alla sera.

Coricati sulla schiena senza alcun cuscino sotto alla testa, mani con il palmo rivolto in basso, gambe distese, punte dei piedi allargate, calcagni uniti: rivolgete l’attenzione a tutti i tessuti dalla punta dei piedi alla cima della testa, avvertite la leggera tensione e rilassatela. Sentite il movimento dell’inspirazione e dell’espirazione, poi cominciate a controllarla dolcemente facendo in modo che il tempo impiegato nell’inspirazione sia approssimativamente uguale a quello dell’espirazione.

Ora rilassate anche la mente: lasciate liberi i pensieri osservandoli come fossero oggetti che volano via, come nuvole nel cielo, o come riflessi su uno specchio. Infine cercate sempre più di allontanarli da voi, fino a farli scomparire. Restate per qualche minuto in questo rilassamento fisico, sentendo il vostro respiro regolare e la vostra mente vuota di pensieri: vi sentirete riposati come dopo un’intera notte di profondo riposo. Quest’esercizio lo potete fare parzialmente anche nei momenti liberi (a scuola o nel lavoro), rilassando soltanto un gruppo di muscoli: il volto, le braccia, il torace, ecc..

“Tra i risultati si nota un’aumento dell’eliminazione delle tossine, una riduzione della stanchezza fisica e mentale, un recupero dell’efficienza di tutti i sensi e delle capacità mentali” assicura Carlo Patriani, uno dei pionieri nella diffusione dello Yoga in Italia e autore di un libro su questa disciplina. Altri aiuti per la concentrazione mentale vengono da alcuni esercizi yoga che interessano gli occhi.

Il Nàsàgra-Drishti (Nàsàgra, cioè “punta del naso” e Drishti, cioè “fissare”) consiste nel guardare la punta del proprio naso dopo aver alzato il viso verso l’alto. Lo sguardo va tenuto fisso, senza batter ciglio per 10 secondi, aumentando progressivamente questo tempo fino a due, tre minuti.

Una variante di questo esercizio è il Bhrumadhya-Drishti (Bhrumadhya cioè “spazio fra le sopracciglia”). Consiste nel guardare più in alto possibile fissando il punto mediano fra le sopracciglia per un tempo uguale a quello consigliato per l’esercizio precedente, respirando normalmente.

Oltre a favorire la concentrazione della mente, questa tecnica elimina il torpore del nervo ottico rinforzando così gli occhi e migliorando la vista. … e della medicina cinese è forse l’Oriente la “memoria” dell’ umanità?

Sono ormai in molti a pensare che sia proprio la Cina a conservare la cultura più antica del genere umano, un tesoro inesauribile di saggezza che non finisce di stupirci e di farci riflettere. “Ad esempio, per la cultura cinese, la memoria non dipende dal cervello, ma dal rene” precisa, lasciandoci sorpresi, Anita Cignolini, medico, esperto di medicina cinese. “ Il cervello infatti non è altro che una sorta di propaggine del rene: è quest’ultimo l’organo in cui risiede l’energia essenziale dell’individuo”.

Il rene dunque non serve solo alla filtrazione del sangue ed alla produzione di urine: è un insieme di funzioni tra cui alcune di quelle ipofisarie, le riproduttive, sessuali, di conservazione dell’energia ereditaria, ecc.. Per cui se il rene è forte e funziona bene, anche la memoria è forte e funziona bene.

Per la medicina cinese due infatti sono i tipi di memoria:
– Memoria profonda (istintiva, inconscia), che dipende esclusivamente dal rene: è la capacità di lasciarsi colpire dalle percezioni e di conservarle.
– Memoria verbalizzante (capacità di esprimere verbalmente il ricordo) che dipende, oltre che dal rene, anche dal cuore. Per i Cinesi la mente, intesa come capacità di esprimere concetti logici, alloggia nel cuore e non nel cervello. Per cui se il cuore non funziona bene anche la verbalizzazione del ricordo ne risente negativamente.

Una delle cause di diminuzione della memoria è perciò legata alla debolezza del rene o ad un suo superlavoro. Ad esempio nell’età pubere il rene è sottoposto ad un aumento della sua attività in quanto impegnato prevalentemente nella crescita dell’individuo (costruzione delle ossa, sviluppo delle ghiandole sessuali); ecco allora che altre funzioni differenti, come quelle della memoria, ne risentono. Capita ad esempio che il ragazzino delle elementari diventi svogliato nelle medie, o che la donna cominci ad avere qualche problema di memoria durante la gravidanza.

Sviluppare la memoria corrisponde quindi a rinforzare l’energia del rene. I metodi per farlo sono gli stessi usati dai maestri taoisti per ottenere la longevità:
– Il cibo. Un’alimentazione varia e ricca di verdure.
– Regolarità della vita. Evitare eccessi di lavoro, dormire bene per un buon numero di ore, evitare il freddo cui il rene è particolarmente sensibile, evitare le forti emozioni, le paure e l’ansia.
– Tecniche di rilassamento, di meditazione e di respirazione. Sono quelle utilizzate anche nel Qi Gong (insieme di pratiche per ottenere la longevità) per prolungare la vita attraverso l’equilibrio psicofisico, il mantenimento e lo sviluppo della propria energia vitale che risiede nel rene. Il patrimonio energetico segna infatti la lunghezza della nostra vita: sprecando energia accorciamo la vita. Riacquisire il nostro equilibrio personale e imparare a respirare in modo ritmico e armonioso assicurano un prolungamento della vita.
– L’automassaggio. In Cina è antica tradizione e si impara a scuola. Ai bambini viene insegnato come massaggiare gli occhi per aiutare la vista, ma anche la zona dell’orecchio, delle mani e dei piedi per migliorare la funzionalità in generale del rene, che favorisce la memoria. Ci sono anche altri punti dell’agopuntura che tutti imparano a massaggiare (ad esempio all’altezza della vita). La pressione con le dita, o con un oggetto sottile (ad esempio con una matita senza punta al posto dell’infissione di aghi) su specifici punti del corpo stimola o calma l’influsso di energia vitale lungo precisi “meridiani” indicati dall’agopuntura.
– Una corretta vita sessuale. Permette di ottenere una perfetta salute e di vivere a lungo. Per i cinesi la pratica sessuale corretta consiste nel protrarre il rapporto sessuale il più a lungo possibile: questo serve a rinforzare il rene e la psiche, oltre che a gratificare il partner. Una delle cause della perdita di memoria nella donna è infatti avere insoddisfacenti rapporti sessuali. Per la medicina cinese un comportamento sessuale corretto permette un arricchimento reciproco della coppia: lo scambio d’energia tra l’uomo e la donna arricchisce l’energia del rene, prolunga la vita e quindi migliora la memoria.
– Un’educazione specifica della memoria. Per i cinesi studiare a memoria è un fatto naturale. I bambini imparano a leggere cantando poesie e filastrocche tratte dai loro classici (il cinese è una lingua tonale e quindi molto vicina al canto).
– Fare moto. Camminare, mantenere la schiena eretta, sia stando in piedi che seduti.
– Ricorrere ai tonici. Naturalmente quelli che vanno a nutrire il rene: ginseng, eleuterococco o insiemi di più tonici dosati da grandi esperti in questo campo.

Ma che fare in caso di disturbi della memoria? Quello della perdita o della diminuzione della memoria è un sintomo: occorre allora interrogare il paziente per diagnosticare se il sintomo dipende soprattutto dal rene o dal cuore. Se ad esempio c’è un’incapacità a ricordare il nome, allora è implicato il cuore e non il rene: è il cuore che non va a pescare le parole, ma il rene ha memorizzato.

Non si tratta quindi di una vera perdita della memoria. Più spesso è collegata al sonno, ai sogni, all’inquietudine, a sintomi cioè che occorre analizzare attentamente per stabilirne la causa esatta. La perdita della memoria è solo sintomo di carenza, di una mancata funzione che l’agopuntura è in grado di interpretare. “Ad esempio” – spiega Anita Cignolini – “il bambino che oggi non ha memoria ha una debolezza, un deficit, per cui oggi non ha memoria, ma domani potrebbe soffrire di nefrite, perciò occorre impedire che si ammali”.

Per la medicina cinese infatti, tutto ciò che avviene all’interno dell’individuo ha una proiezione all’esterno. Ed è possibile agire dall’esterno sull’interno, seguendo le linee di scorrimento dell’energia rappresentate dai “canali collaterali” e dai punti dell’agopuntura. Ma quali consigli specifici si possono avere per l’allenamento della memoria?
– Incrementarla fin a bambini. Poesie, filastrocche, canzoncine servono moltissimo a questo scopo. – Imparare ad osservare. Uno dei modi per allenarla è quello di guardare attentamente qualcosa, poi chiudere gli occhi e rivedere mentalmente nei minimi particolari quanto si è osservato. E’ un esercizio utile per tutti e non solo per i bambini.
– Esercitarsi nella manualità fine. Disegnare, cesellare, ricamare, modellare, incidere, lavorare il legno: ogni lavoro di precisione fatto con le mani aiuta il rene e quindi favorisce lo sviluppo della memoria. – Verbalizzare quanto si è imparato. In questo modo si sviluppa la memoria in tutta la sua globalità: non solo quella legata al rene (quella che recepisce i dati) ma anche quella legata al cuore (che richiama ed esprime le informazioni).
– Mantenersi in buona salute. La medicina cinese è anzitutto una tecnica per raggiungere il benessere psicofisico, cioè l’equilibrio perfetto di tutte le energie fisiche, mentali, spirituali, emotive, che consente “virtualmente” l’immortalità.

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