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Come studiare quando si è tristi

Come studiare quando si è tristi?

Studiare quando si è tristi è una sfida ancora più impegnativa che studiare quando stai bene. Cosa piuttosto evidente, dirai tu. Il punto è: come si fa a trovare le energie e la concentrazione per studiare quando si è tristi e magari hai anche l’esame da lì a poco, se tutto quello che vorresti fare è mangiare vaschette di gelato o sprofondare dentro una serie Netflix per non pensare?

La tristezza può rendere difficile concentrarsi, ricordare le informazioni e trovare la motivazione per continuare a studiare. Fortunatamente ci sono alcune cose che puoi fare per rendere lo studio più facile anche quando ti senti giù.

Per studiare quando si è tristi… devi identificare le (VERE) cause della tristezza

“Cos’hai?”

“Niente”

“Dai cosa c’è?”

“Ho detto niente”

Questa è la tipica conversazione che può avvenire tra un uomo qualsiasi e una donna qualsiasi, è una sorta di cliché sul quale ci piace scherzare, ma la verità è che spesso quel qualcosa è davvero “niente”, spesso infatti siamo solo vittima di un celebre fenomeno noto come “alzarsi con il piede sbagliato”.

Ma qual è questo piede? E cosa succede davvero quando la giornata pare non iniziare per il verso giusto?

La verità è che il rischio di buttare all’aria ore e ore di studio a causa di quella semplice sensazione mattutina è molto alto.

Hai presente quando fissi la pagina, la rifissi, ti concentri su quello che c’è scritto, non te lo ricordi, continui a rileggerlo, e rileggerlo fino a quando ti innervosisci e metti su una puntata di How I Met Your Mother… e poi un’altra ancora, e alla fine hai riguardato le prime 2 stagioni, ma non hai studiato una pagina?

Succede a tutti, tranquillo, ma finalmente sappiamo da uno studio scientifico perché questo accade e come fermare quella distrazione che sembra impedirti di fare qualsiasi cosa.

Alzarsi con il piede sbagliato, prima o poi, capita a tutti: immaginare di avere una giornata stressante ci rende di cattivo umore già pochi secondi dopo aver abbandonato il letto, anche se non è ancora successo assolutamente nulla, il pensiero di quello che sta per accadere può abbattere la nostra capacità produttiva.

Ma da cosa nasce questa sensazione? Finalmente i ricercatori hanno dato una spiegazione scientifica a questo malumore di prima mattina. Ma non solo: hanno anche descritto gli effetti che ne scaturiscono e di cui possiamo “soffrire” nel corso della giornata.

Stando a quanto riportato sulla rivista “The Journals of Gerontology”:

anticipare eventi stressanti ha un impatto negativo sulle tue funzioni cognitive.

In altre parole, apri gli occhi al mattino e ti convinci di dover vivere 24 ore pesanti, destabilizzanti: anche nel caso in cui quei fatti non si verifichino mai, la tua mente ne risente.

Anche se la giornata fila poi completamente liscia, se tutti ci salutano cordialmente, se il tuo capo ti fa i complimenti, la sensazione di quello che è successo nella tua mente può comunque rovinare le tue performance.

In che modo?

Il primo aspetto che ne risente è la memoria, quando si verifica questa condizione infatti le tue capacità cognitive sono le prime a soffrirne, rileggi i concetti più e più volte, li ripeti nella mente senza riuscire ad afferrarli, e ti ritrovi davanti al professore a fare scena muta.

Ma andiamo un passo alla volta:

“Gli esseri umani possono pensare e anticipare le cose prima che esse accadano: ciò li aiuta a prepararsi e a prevenire alcuni eventi”.

Questa è una caratteristica propria dell’essere umano, niente di che, ci garantisce di non ritrovarci impreparati davanti agli eventi, di poter trovare in anticipo un modo per farcela anche nei momenti più difficili, c’è un problema però…

La psicologa cognitiva Jinshil Hyun della Pennsylvania State University ha affermato che “Lo studio suggerisce che questa abilità può anche essere dannosa per il funzionamento della nostra memoria, indipendentemente dall’accadere o meno di quegli stessi eventi immaginati”.

Ovviamente un evento negativo può rovinarci la giornata, quello che nessuno pensava è che anche solo immaginarlo può sortire il medesimo effetto.

Riassumendo:

pensare a quanto dovrai studiare il giorno dopo può impedirti di farlo per davvero

Assurdo vero?

Per testare l’ipotesi di partenza, il team di Hyun ha reclutato 240 persone, di età compresa tra i 25 e i 65 anni, e le ha coinvolte in un esperimento della durata di due settimane.

Ogni giorno i partecipanti dovevano accedere ad una app sul proprio smartphone e rispondere a delle domande sul loro livello di stress.

Il primo quesito, al mattino, era il seguente: “Vi aspettate che la giornata che avete di fronte sia stressante?“.

Dopodiché, per ben cinque volte durante al giorno, i volontari erano chiamati a misurare il proprio livello di stress finché, giunti alla sera, dovevano rispondere ad una domanda sul giorno dopo, ovvero su quanto credevano che potesse essere stressante la giornata successiva.

Ma non è finita qui: ogni giorno dovevano anche completare una serie di test di memoria, in cui venivano chiamati a ricordare dei puntini o delle trame. Alla fine dell’esperimento, i ricercatori si sono resi conto che i partecipanti che più anticipavano nella propria mente lo stress avevano anche scarsa memoria durante la giornata.

Stando a quanto emerso, dunque, alzarsi col piede sbagliato, ovvero immaginare, subito dopo aver aperto gli occhi, di avere una giornata negativa e stressante porta a sentirci davvero meno in forma dal punto di vista dell’attenzione e delle performance cognitive.

Non conta l’esito degli eventi fantasticati: potrebbero anche verificarsi come non accadere mai, ma è il solo immaginarli, tenerli a mente, a disturbarci.

Se, come penso, tu hai già abbastanza problemi, tipo un lavoro part time che ti consenta di mantenerti in università, una ragazza da accontentare per evitare di farsi lasciare dall’oggi al domani, dei genitori che ti vogliono vedere, un hobby che ti piacerebbe portare avanti, ecco allora di certo devi evitare di pontificare sul futuro, aumentando il tuo stress.

Tuttavia questo non è possibile, la cinematografia, come anche molti romanzi, telefilm, e qualsiasi genere di opera ci hanno insegnato che il pensiero è libero, si controlla con fatica, ed è governabile con difficoltà.

Altrimenti sarebbe tutto molto semplice, basterebbe decidere cosa pensare e in un battito di ciglia lo penseresti, saresti più positivo a comando, più focalizzato, più orientato al tuo obiettivo, tutto con una semplice decisione del tuo cervello.

Un aspetto che molti sottovalutano dello studio è la concentrazione, proprio quella che perdi ad esempio quando ti trovi a domandarti come andrà la tua giornata di domani, cosa succederà in università, etc etc.

Molti metodi di studio infatti si concentrano sull’apprendimento: “come studiare” “come leggere più pagine” “come ricordare più cose” “come memorizzare più concetti”…

Tutto bellissimo, per carità, tutto indispensabile, ma niente di questo funzionerà mai se non sai concentrarti. In un mondo che ti fornisce milioni di stimoli al secondo, in cui il tuo telefono continua a vibrare, in cui ricevi almeno 3 telefonate, 100 messaggi e una trentina di notifiche al giorno…

In un mondo in cui il tuo cervello è strapazzato da uno stimolo all’altro, in cui non riesci a interessarti a un incidente aereo che ha fatto 50 vittime per più di 3 giorni, e se i morti sono meno di 50 l’interesse globale dura poche ore…

Un mondo in cui quando cerchi un’informazione online rischi di essere risucchiato nelle profondità oscure di pubblicità, sponsorizzate e annunci online ti distraggono in continuazione, in cui anche solo il pensiero di un futuro problema ti causa stress, come puoi pensare di studiare se non sai come concentrarti?

La “concentrazione” è spesso sottovalutata, ma io so, ho visto con i miei occhi i risultati, gli effetti che può avere sui tuoi risultati:

Questo è l’effetto che ha avuto su Irene Lofranco, che era sempre stato ostacolata da mancanza di concentrazione e ansia.

Come rinforzare la concentrazione e riuscire a studiare quando si è tristi

I consigli che trovi in giro per concentrarti sono diversi:

  • Metti da parte il telefono;
  • Non accendere il computer;
  • Spegni la televisione;
  • Lavora in un ambiente privo di distrazioni…

Tutto molto vero, per carità, e tutto molto ovvio, ma se bastasse questo non credo esisterebbero studenti fuori corso o esami in cui puoi essere bocciato.

La massima fonte di distrazione infatti non viene di certo da fuori, ma dal tuo stesso cervello,

puoi non guardare Facebook per un’ora, ma non puoi fermare i tuoi pensieri.

Mi è capitato spesso di avere studenti ai miei corsi che fremevano sulla sedia impazienti, domandando quando saremmo passati alle cose utili, perché a concentrarsi erano capaci da soli.

La verità è che io ti non insegno a:

  • Memorizzare vocaboli alla velocità della luce;
  • Raddoppiare il numero di pagine studiate in un’ora;
  • Fissare i concetti nella mente più a lungo;

Se prima non sai concentrarti come si deve, se non sei in grado di eliminare tutte quelle distrazioni che rischiano di compromettere il tuo studio.

Sarebbe come decidere di gettare i semi di piante bellissime in pieno deserto… uno spreco di tempo insomma.

È imparando a concentrarti per davvero, eliminando distrazioni e ansia che elimini la possibilità che “il piede sbagliato” ti rovini la giornata.

Solo in questo modo inoltre puoi garantirti la stessa concentrazione che ha permesso a oltre 40 mila studenti in tutta Europa di migliorare drasticamente i loro risultati:

  • Diminuendo il tempo passato su libri per potersi dedicare ai loro hobby;
  • Avendo più tempo libero per non rovinare gli anni migliori della loro vita, rinchiudendosi in una stanza buia e triste per la maggior parte del tempo;
  • Frequentando corsi e studiando altri materiali in grado di fornire quei punti in più sul CV per spiccare nella massa e trovare il lavoro dei loro sogni.

Tutto questo solo concentrandosi?

No ovviamente, ma è il primo passo, quello che ha permesso ad Alessandro Greco di smettere di pensare a sé come a un incapace non in grado di studiare, e di iniziare a preparare esami in 3 giorni, nonostante tutti i suoi impegni.

È vero che le distrazioni sono infinite, e che basta alzarsi col piede sbagliato la mattina per compromettere un’intera giornata in piena sessione d’esame, ma è anche vero che le soluzioni esistono, e che concentrarsi è ancora possibile.

Come ridurre la tristezza e quindi riuscire a studiare meglio

Studiare quando si è tristi può essere difficile, ma ci sono alcune attività che possono aiutare a sentirsi meglio e rendere lo studio più facile. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti utili:

  1. Fai esercizio fisico regolarmente: cammina, corri, fai yoga o qualsiasi altra attività che ti piaccia. L’esercizio fisico può aiutare a ridurre lo stress e migliorare l’umore. Sembra scontato eppure capita molto spesso che, proprio perché ci si sente tristi, si finisce a rimanere spiaggiati sul divano e non uscire di casa. Questo è un errore assolutamente da evitare! Riattivati con qualche attività fisica che ti piace: ti ritroverai con più energie e più entusiasmo.
  2. Prova a fare meditazione o yoga: questi esercizi possono aiutarti a calmare la mente e ridurre l’ansia. Ci sono alcune situazioni nella vita che portano ad essere particolarmente tristi per un buon motivo: una situazione difficile in casa, un problema con il partner, un litigio possono certamente provocare una giusta tristezza. La prima cosa naturalmente è, per quanto possibile, cercare di risolvere il problema. Ma non sempre è possibile. In questi casi, se l’esame è alle porte e vuoi comunque portare a casa il tuo risultato, dedicarti ad un’attività di meditazione, di mindfulness o di Yoga può esserti d’aiuto per placare le emozioni.
  3. Leggi un buon libro o ascolta della musica: queste attività possono distrarti dalla tristezza e farti sentire meglio. La lettura può ridurre lo stress e aumentare la felicità, mentre la musica può migliorare l’umore e ridurre la tensione.
  4. Naturalmente non dimenticare il grande effetto terapeutico di parlare con i tuoi amici o con una persona di famiglia a te cara. L’unica cosa importante è non cadere nel pericolo di passare tutto il tempo a lamentarti della tua situazione: datti un tempo, sfoga il tuo dolore o le tue emozioni negative e poi passa a uno dei punti precedenti.

Ricorda, la tristezza non deve impedirti di raggiungere i tuoi obiettivi accademici. Incorporare queste attività nella tua routine quotidiana di studio può aiutarti a sentirti meglio e a concentrarti di più sui tuoi compiti universitari.

Fai del tuo meglio, non importa quanto sia difficile. Con la giusta motivazione e l’attenzione al benessere emotivo, puoi superare qualsiasi ostacolo e raggiungere i tuoi obiettivi.

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