Vuoto di memoria agli esami: forse uno dei terrori più grandi di ogni studente.
La sensazione di vuoto di memoria agli esami è stata provata dalla maggior parte degli studenti nel corso della loro carriera universitaria. Hai studiato tanto, sai di essere preparato, ma al momento del dunque la tua testa è vuota quanto una spiaggia in pieno inverno.
Che ti sia già capitato o che sia solo una preoccupazione che ti tormenta prima di ogni esame o prova importante, i vuoti di memoria sono una cosa da prendere seriamente in considerazione. In questo post vediamo quindi l’origine dei vuoti di memoria prima degli esami e come evitarli.
Il vuoto di memoria agli esami esiste eccome
Molti pensano che la questione dei vuoti di memoria prima degli esami sia solo il frutto di cattiva volontà degli studenti. In realtà, stando a quanto conferma il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), i vuoti di memoria esistono assolutamente.
“I cosiddetti vuoti di memoria rappresentano un fenomeno molto comune che ciascuno di noi puo’ aver sperimentato”, dice Vincenzo Cestari, associato di ricerca presso l’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e docente universitario presso la Lumsa.
E non si riferisce a situazioni patologiche dovute a malattie particolari, ma a quelle situazioni momentanee che molti hanno sperimentato, in cui ti ritrovi a dimenticare le cose.
Perché arriva il vuoto di memoria agli esami
Altra convinzione molto comune è che i vuoti di memoria agli esami siano figli dell’ansia. In effetti l’ansia da esame è sempre un pessimo compagno di avventure.
”Ma questa sensazione – dice Cestari – generalmente scompare nel momento in cui uno stimolo esterno, ad esempio una domanda posta dall’esaminatore, funge da indizio per spingere i nostri sistemi mnemonici a recuperare le informazioni che sembrano scomparse. In altre parole, se si é studiato bene e si é favorito il consolidamento delle informazioni nella memoria a lungo termine, il loro recupero avviene in modo automatico e inatteso”.
Consiglio scontato numero 1 quindi è: studiare in modo efficace.
Ma, sempre stando alla scienza, c’è un motivo più scientifico ancora per l’apparire del vuoto di memoria agli esami.
Se anche infatti per magia tu riuscissi a imparare OGNI parola dei manuali a memoria rischieresti comunque di avere un vuoto di memoria durante l’esame.
Perché?
Te lo spiego subito, o meglio te lo spiegano due esperti di subacquea. Farò prima una piccola premessa di termini in modo che tu sappia di cosa sto parlando.
Vuoti di memoria agli esami: rievocazione e richiamo
Si parla di rievocazione quando ti viene chiesto di riportare alla memoria un’informazione dal pozzo del tuo cervello, ad esempio, quando ti siedi tremante davanti al professore, quando i suoi baffi si muovono circospetti e tu vorresti solo che quella tortura finisca, e lui apre bocca dicendo:
“Sì Signor Rossi mi parli della visione distopica applicata da Hugo nel suo romanzo in cui si schiera ferventemente contro le complicità naturalistiche…”
E tu pensi:
“Non guardarlo negli occhi, non guardarlo negli occhi… se non lo guardi negli occhi lui non potrà leggere la tua anima e non saprà che non hai idea di cosa stia dicendo, perché quel capitolo del libro era troppo in fondo e non ci sei arrivato”
Questa è una rievocazione.
Quando invece ti trovi davanti a 578 domande a crocette alle quali rispondere in 43 minuti, mentre superi un percorso a ostacoli nel cortile militare dell’università…
Quello è un riconoscimento, perché devi appunto “riconoscere” fra due o più alternative quella che ti farà prendere 18.
La rievocazione, che è quella su cui si basano la maggior parte degli esami può essere piuttosto sensibile alle influenze del contesto, mentre il riconoscimento di solito lo è meno.
Questo è stato dimostrato per esempio nel caso di alcuni sub, so che suona strano, ma ciò che sto per dirti ha tutto a che fare con il motivo per cui ti trovi a fare scena muta agli esami.
Vuoti di memoria all’esame: la strana lezione da un esperimento sui sub
Ai sub in questione, per farla in breve, è stato chiesto di imparare le informazioni sott’acqua o sulla terra ferma, per poi essere sottoposti a test di memoria nello stesso luogo.
Ora immagina questo, pensa che ti mettano una muta e ti scaraventino a centinaia di metri sotto il livello del mare, in una situazione quindi di difficoltà e stress, pensa che lì, sotto l’acqua, ti facciano memorizzare dei concetti, che siano leggi, delle date, qualsiasi cosa.
Dopo essere uscito dalle profondità del mare ti portino a riva e ti interroghino su ciò che hai appreso, e facciano poi lo stesso sott’acqua.
Riepilogando:
- informazioni apprese sott’acqua.
- un’interrogazione sott’acqua.
- un’interrogazione sulla terra ferma.
In quale dei due casi a tuo parere ti ricorderesti meglio ciò che hai imparato? La risposta sembrerebbe scontata, chiunque direbbe sulla terraferma, è più normale come situazione, sembra più ovvia come risposta.
Ecco l’esperimento dimostra esattamente il contrario. Com’è possibile?
Quando Duncan Godden e Alan Baddeley, gli scienziati che si occupavano della ricerca, videro i risultati rimasero anch’essi stupiti.
Lo studio fatto ha mostrato che la capacità di rievocazione di questi soggetti era fortemente influenzata dal luogo in cui si trovavano al momento della verifica, ricordavano infatti più cose se veniva chiesto loro di impararle sott’acqua e poi ripeterle nel medesimo ambiente, oppure se l’apprendimento e “l’interrogazione” avvenivano entrambe a riva.
Se i due ambienti non coincidevano invece i sub si scontravano con una palese difficoltà di rievocazione.
Quello che è interessante notare è come la qualità della rievocazione sia influenzata anche dallo stato fisiologico o psicologico della persona.
In poche parole, se i tuoi esami li svolgessi nella tua camera, sdraiato sulla tua sedia mentre accarezzi il tuo gatto grigio, ricorderesti molto più informazioni; ovviamente ciò non è possibile, e allora perché ho sprecato il tuo tempo per parlarti di questi sub se è ovvio che NON puoi essere nello stesso luogo quando apprendi e quando ripeti?
La tua memoria cambia in base al tuo stato mentale
L’ambiente è solo una delle tante variabili che ti circondano quando studi e sostieni un esame.
Pensa a frasi come:
- A casa le sapevo tutte;
- Quell’argomento era esattamente l’ultimo che avevo studiato ieri;
- Giuro che quel capitolo ce l’avevo stra in mente.
Se al momento dell’apprendimento sei molto calmo, ma quando ti sottoponi alla verifica sei ansioso o eccitato, la qualità della rievocazione ne risentirà di certo. Se invece passi ore ed ore sui libri in uno stato di perfetta calma e riesci a riprodurre quella condizione anche durante l’esame, beh quei crediti sono tuoi, ed anche un buon voto!
Lo stato emotivo è una componente fondamentale tanto quanto il luogo.
E aspetta, so cosa stai pensando “tutto sto casino per dirmi che devo stare calmo”, assolutamente no:
per evitare i vuoti di memoria il vero segreto è mantenere lo stesso stato emotivo quando studi e quando fai l’esame
Detto questo è molto difficile riprodurre uno stato di eccitazione uguale fra studio e esami, per questo motivo è molto più facile lavorare sulla calma.
Per questo una parte fondamentale di quello che insegno ai ragazzi che decidono di cambiare il loro percorso di studio, ottenendo voti più alti con meno fatica si concentra proprio sulla gestione emotiva, per far sì che tu sappia indirizzare le tue emozioni e riesca a gestirle in maniera efficiente.
Avere lo stesso stato mentale nel momento in cui studi e sostieni le tue prove d’esame può garantirti dei risultati incredibili evitandoti i temibili vuoti di memoria prima di un esame. Certo NON è sufficiente, questo è il primo passo, dopodiché devi:
- Imparare ad organizzarti meglio per non finire a due settimane dall’esame con ancora 4 libri da studiare e 7 dispense da leggere;
- Dimezzare il tempo di studio per non trovarti più dover scegliere fra le tue passioni e lo studio.
La tecnica del giocatore di scacchi esperto per rispondere prontamente a qualsiasi domanda del professore e sconfiggere per sempre i terribili “vuoti di memoria”
L’unico vero modo per superare i vuoti di memoria causati dallo stress dell’esame è avere informazioni ben sedimentate nel cervello, chiaramente individuabili e pronte per essere sfoderate davanti al docente.
Lo so come suona: sì, ottimo, la soluzione per evitare i vuoti di memoria è sapere tutto, poteva dirmelo anche mio cugino.
In realtà no, nemmeno sapendo tutto puoi superare la terribile insidia del vuoto, ma un modo esiste tranquillo, e stiamo per vederlo insieme.
Quello che devi fare è smettere di immagazzinare informazioni a caso, ma organizzarle in modo coerente
Mi spiego meglio, durante gli anni sessanta e settanta, i giocatori di scacchi sono stati oggetti di vari studi che avevano lo scopo di valutare la loro capacità di ricordare la posizione dei pezzi.
Sai cosa si è scoperto?
I campioni di scacchi erano in grado di ricordare la disposizione del 95% delle figure, con un’occhiata di soli 5 secondi.
Al contrario, i giocatori più deboli erano in grado di posizionare correttamente solo il 40% delle pedine e avevano bisogno di 8 tentativi per essere bravi come gli esperti di prima.
Andando un po’ più a fondo nella verifica i risultati suggerivano che il vantaggio di cui godevano i campioni derivasse dalla loro capacità di percepire la scacchiera come un insieme organizzato di pezzi e non una collezione di elementi messi lì a caso.
Effetti simili si sono visti sui giocatori di Bridge, gli amabili nonnetti al bar insomma, quando veniva chiesto loro di ricordare le mani del gioco, o sugli esperti di elettronica di fronte alla configurazione dei circuiti elettronici: in ciascun caso è sembrato che le persone con maggiore esperienza fossero migliori.
Ma non perché più esperte, bensì perché capaci di organizzare il materiale in modo coerente e significativo
Ed è esattamente così che può salvare i tuoi esami da lunghe e sterminate scene mute.
Gli studi sostengono infatti che si possono trarre dei benefici enormi organizzando i dati in fase di apprendimento.
Come puoi sfruttare queste ricerche per non fare mai più scena muta e ricordare ogni cosa che studi?
Quello che devi fare è creare la mappa del tuo labirinto, quell’indicazione che ti porta a dirigerti nel verso giusto, a sapere sempre dove troverai l’informazione della quale hai bisogno.
E non sto parlando di uno schema, non sto parlando di un riassunto.
Il primo strumento fondamentale che ti garantisce di avere informazioni organizzate alla perfezione, più semplici da ricordare, nelle quali orientarti alla perfezione è la mappa mentale.
Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti. Il fine consiste nell’implementare la memoria visiva e quindi la memorizzazione di concetti e informazioni in sede di richiamo.
Ho già parlato a lungo di questo argomento e di come conoscere le mappe mentali e saperle utilizzare può cambiare la tua vita, per sapere meglio cosa sono e come si fanno, trovi tutto QUI
Immagina di trovarti sempre davanti a quel professore, che ti fa sempre quella celebre domanda, e in un attimo, grazie alla mappa mentale, essere in grado di capire subito di cosa sta parlando, reperire l’informazione che ti serve, e rispondere prontamente.
Questa è una domanda che mi viene rivolta di frequente, soprattutto chi studia materie scientifiche è convinto che non sia possibile uscire dallo schema del “leggi e ripeti” finché morte non ti colga, ma le voci degli studenti che hanno già deciso di cambiare la loro vita, smettendo di essere “martiri” o “anarchici” sembrano dire il contrario:
Marta studia Farmacia, non di certo una materia discorsiva, eppure i benefici incredibili di informazioni ben organizzate stanno cogliendo anche lei.
Un caso?
Carmelo studia Medicina invece, eppure le mappe mentali servono anche a lui. Ma non voglio stare qua a elogiare gli studenti che hanno già frequentato Genio in 21 giorni, sono molto orgoglioso di loro, ma non è quello che mi interessa.
Quando studi cerca sempre di organizzare tutto ciò che devi sapere per superare brillantemente l’esame, trova una coerenza all’interno di ciò che leggi, e non lasciare mai che le informazioni si accatastino casualmente.
se lasci che si depositino casualmente infatti, ne dimenticherai all’incirca l’80%
È solo l’inizio, lo so, ma già tenendo bene in mente questa regola potrai vedere chiaramente i tuoi vuoti di memoria diminuire.
Vuoto prima di un esame: come riconoscerlo (e combatterlo)
Ora sai che il vuoto prima di un esame è un sintomo con due possibili cause:
1. In fondo in fondo non sei convinto di avere studiato abbastanza bene oppure non hai la certezza assoluta di poter richiamare disinvoltamente le informazioni che hai studiato.
2. Non hai imparato a gestire l’ansia e l’emotività prima degli esami e molto probabilmente sei convinto che l’essere ansiosi sia una caratteristica personalità contro cui puoi fare poco e niente. Invece non è assolutamente così. È possibile imparare a gestire il tuo stato emotivo e ridurre nettamente il tuo livello d’ansia prima e durante un esame.
Certo, ci sono esami che risultano un tormento particolare per gli studenti, tanto da creare intorno a loro veri e propri detti, come “se hai dato privato, sei mezzo avvocato”, per dirne uno.
D’altronde per essere riuscito a creare addirittura un proverbio non deve essere proprio semplice, ma Diritto Privato non è l’unico esame che si annovera fra quelli impossibili, ne troviamo altri come Lingua Tedesca 2, Analisi, Anatomia, Latino, e via dicendo.
Per questi esami-mattone l’unica cosa da fare è assicurarti di avere un metodo di studio a prova di bomba.
Sono una studentessa delle superiori, che sta frequentando il penultimo anno di liceo classico
Ho deciso di seguire il corso per cercare di velocizzarmi nello studio, ottenere risultati più soddisfacenti, e per controllare l’ansia che provavo prima di una verifica.
Pur essendo all’inizio scettica ho decisamente cambiato idea.
I risultati del corso sono stati infatti molto soddisfacenti in quanto i miei voti sono migliorati molto, specialmente nelle materie scientifiche, passando da insufficienze a risultati decisamente superiori, e io sono riuscita ad assumere un controllo migliore della mia ansia, e a credere di più nelle mie capacità.
Oltre a tutto ció sono anche riuscita a migliorare i miei tempi di studio e come organizzarmi.
Ringrazio di cuore l’istruttore Giovanni Scarselletta e la mia tutor Ludovica Floris per avermi aiutata nel percorso, è davvero un ottimo corso di formazione che consiglierei!
Elisa Di Cara 21 maggio alle ore 13:18
Una strategia fondamentale contro i vuoti di memoria agli esami
Una strategia fondamentale eppure troppo spesso dimenticata è quella di pianificare attentamente il tuo studio, pause comprese.
Il modo in cui il cervello memorizza le informazioni è molto preciso e ha bisogno di tempi adeguati sia per immagazzinare, sia per richiamare periodicamente le informazioni così da consolidarle a lungo termine.
Insomma, dimenticati di poter riuscire a studiare in maniera improvvisata un qualunque esame: hai bisogno di una strategia esatta e di organizzazione.
Hai bisogno di organizzare i tempi dello studio ma anche i tempi del riposo, che è altrettanto importante se fatto bene.
Pianificare lo studio correttamente ti permetterà non solo di liberarti dall’ansia per i vuoti di memoria ma anche dalla sensazione di acqua alla gola che ti fa vivere l’università e lo studio come un inferno, anziché come una piacevole parte della tua vita (sì, so che ti può sembrare impossibile, ma ti assicuro che quando impari a farlo, studiare diventa una passeggiata).
+3 Consigli per combattere i vuoti di memoria
In conclusione, per liberarti dai vuoti di memoria, hai bisogno di una strategia di studio efficace.
Oltre a invitarti a seguire il webinar gratuito che ho preparato per chi vuole liberarsi dall’ansia e lo stress per gli esami, ecco qualche consiglio semplice ma non per questo scontato che puoi mettere in pratica fin da subito:
1. Per evitare i vuoti di memoria distribuisci lo studio nel tempo. Come ha detto Vincenzo Cestari del CNR “se si è studiato bene e si è favorito il consolidamento delle informazioni nella memoria a lungo termine, il loro recupero avviene in modo automatico e inatteso”. Insomma, evita il classico studio matto e disperatissimo. Non è d’aiuto né per ricordare efficacemente né per stare tranquilli ed evitare i vuoti di memoria.
Tutto questo soltanto grazie a una maggiore organizzazione degli argomenti nel momento in cui studi.
“Ma funzionano per tutto?”
2. Assicurati di avere un sistema per ripassare man mano che studi o ti ritroverai a studiare la fine del libro ma nel frattempo ti sei dimenticato l’inizio! Usa lo schema dei cicli di studio alternando un periodo di studio ad uno di ripasso. Se non sai cosa sono i cicli di studio, puoi approfondirli in questa pagina Supera gli esami velocemente, senza stress e con i voti che vuoi.
3. Evita di cadere vittima del pericoloso tranello in cui cadono moltissimi studenti in prossimità degli esami. Non ti abbrutire chiudendoti in casa: fai attività fisica, assicurati di dormire bene, mangia sano, visualizza il momento dell’esame con fiducia, non esagerare con i caffè o le bevande energizzanti, dedica del tempo agli amici senza cercare di mettere a tacere l’ansia in fiumi di alcool… Cose scontate, lo so. Ma il buon senso non è senso comune. E vedo tutt’ora troppi ragazzi cadere in questo tranello, mettendo a serio repentaglio i loro risultati.