Non riesco a prendere 30 agli esami, come devo fare?!?

“Mi va sempre tutto storto”

Esame di Analisi II.

Esci dall’aula a capo chino, trascinando i piedi.

Neanche stavolta è andata bene.

Non hai ancora il voto ma lo sai per certo. Quella carogna di un prof è riuscita a fregarti anche stavolta.

“C***o, ogni volta lo fa più difficile sto esame!”

“Vabbè però avevo solo una settimana per prepararlo”

“Quelli che lo avranno passato studieranno da mesi, altrimenti è impossibile passarlo”

Sai cosa sono queste frasi? Meccanismi di autodifesa che la tua mente mette in campo per evitare che la paura del fallimento ti sferri un colpo da KO dritto in faccia e ti lasci tramortito a terra.

Questo atteggiamento è stato definito “self-handicapping” nel 1978 dagli studiosi Steven Berglas ed Edward Jones. Si tratta di una strategia mentale secondo la quale il nostro cervello affronta casi in cui c’è il rischio di fallire… autosabotandosi!

L’autosabotaggio è un meccanismo inconscio che sfrutta una serie di ostacoli che ti sei autoimposto (come ritardi, imprevisti, mal di testa, sbornie domenicali, distrazioni, drammi morali), per giustificare il mancato raggiungimento dei tuoi obiettivi.

So che sai esattamente di cosa sto parlando. Quando finalmente apri il libro e ti metti a studiare, cerchi a tutti i costi di concentrarti. Giuri a te stesso che non andrà a finire come ogni altra volta.

Questo giro sarai totalmente immuni alle distrazioni.

Se, lallero…

Sai benissimo di non essere un monaco tibetano e come tutti gli studenti sei costantemente vittima di ogni tipo di distrazioni.

Cosa normale, in effetti…

Se impieghi tre mesi a preparare un esame perché non hai un vero metodo di studio, mi dici come puoi anche solo pensare di non distrarti mai durante tutto questo tempo?

Siamo onesti. È davvero impossibile. Ed è giusto così.

Anche perché fare una “pausa” limitata tra una sessione di studio e l’altra è davvero necessario per ricaricare le batterie.

A Genio in 21 Giorni ci sarà un modulo durante il quale

imparerai come rendere ogni tua ora di studio più produttiva del 43%

semplicemente pianificando le pause secondo i ritmi di apprendimento del cervello umano.

Capisci cosa vuol dire? Già con quest’unico strumento sarà sufficiente a ridurre di un terzo il tempo che oggi ti serve per studiare i tuoi libri.

Le pause sono importanti, ma devi sapere quando farle e quanto devono durare perché siano veramente efficaci.

Il problema nasce quando le ore di studio si trasformano nei cinque minuti in cui stai li a fissare intensamente le pagine del tuo libro, tra una pausa e l’altra.

La verità è che non hai nessuna voglia di studiare per i più svariati motivi, ma non puoi ammetterlo.

Così procrastini, rimandi, trovi scuse per non studiare.

Queste stesse scuse poi saranno la perfetta giustificazione per un fallimento.

Siccome è difficile accettare di non essere stato abbastanza bravo anche se credi di esserti impegnato al massimo, la tua mente elabora tutti i modi per trovare una scusa che ha condizionato le tue prestazioni.

In pratica crea degli ostacoli immaginari o esaspera quelli reali.

“Non è colpa mia, era impossibile studiare tutto in queste condizioni. E stanotte ho pure dormito male”

E invece sai che nel profondo è colpa tua. Ma non puoi ammetterlo.

Il bisogno inconscio di giustificarti è più forte!

Da dove si origina questa tendenza?

In alcuni casi dalla difficoltà ad ammettere i propri errori e dalla paura del giudizio finale.

In altri da una mania di perfezionismo che, anche se a volte è considerato un pregio, ti può facilmente ostacolare.

Purtroppo ci innamoriamo delle idee di perfezione (a me succede ancora di continuo).

Vogliamo essere uno studente modello, scatenare l’ammirazione e l’invidia dei nostri compagni. riempire il libretto di 30, mettersi l’alloro in testa il prima possibile.

Tutto bellissimo.

Ma quando le difficoltà vengono a galla, una parte non consapevole di noi indietreggia e cerca di rimandare lo scontro.

A questo punto ti starai chiedendo:

Come faccio a combattere questo meccanismo inconscio se non mi rendo nemmeno conto di attuarlo?

Devi diventare il dottore di te stesso e curare la causa, non il sintomo.

Fino ad oggi ti hanno fatto credere che la colpa dei tuoi insuccessi sia da imputare solo alla mancanza di concentrazione, troppe distrazioni e poca voglia.

Su internet ci sono una marea di blog che ti danno i sempreverdi consigli della nonna per smettere di autosabotarti.

“Stai focalizzato, programma le cose da fare, usa la forza di volontà per superare gli ostacoli, definisci i tuoi obiettivi e rendili realizzabili…”

Evviva la sagra delle banalità!

Mi spieghi a cosa diavolo servono queste sciocchezze new age se l’autosabotaggio è, come lo definisce la psicologia, un meccanismo inconscio?

La risposta te la do io. A un bel niente!

Analizziamo le cose con ordine:

1.     Quand’è che hai bisogno di trovare una scusa? Quando l’esame è andato male.

2.     Perché che l’esame è andato male? Perché non hai studiato o non ti sei preparato abbastanza.

3.     Perché non eri preparato abbastanza? Perché il tuo metodo di studio non ti permetterà mai e poi mai di essere davvero pronto a colpire tutte le palle curve che il tuo prof ti lascerà all’esame.

4.     Perché il tuo metodo di studio non te lo permette? Semplice, perché non è un metodo. É un modo che ti sei inventato da solo (e sei anche stato bravo a farlo) perché chi avrebbe dovuto insegnarti a studiare, non lo ha fatto.

Ti sarai accorto da solo che tutte le balle da Baci Perugina sul definire i tuoi obiettivi e renderli realizzabili non servono ad un fico secco se non hai un metodo che ti permette di riuscirci.

Io vorrei correre la prossima Maratona in meno di 3 ore.

Obiettivo definito.
Vado a correre ogni giorno quando ho un’ora libera per prepararmi alla gara e ci credo forte forte che ce la farò.
Ci riuscirò?
Ma certo che no. Soprattutto se corro a casaccio senza tabelle specifiche di allenamento.

Se vuoi prendere 30 al tuo prossimo esame il ragionamento è lo stesso.

Non serve a niente studiare come un pazzo per centinaia di ore e poi trovare le scuse più originali per giustificare che anche sta volta non è andata come speravi.

Non conta se ti eri posto un obiettivo ambizioso.

Non conta se ci credevi davvero forte forte.

Se non hai un metodo di studio che ti permette di ricordare alla perfezione ogni singola informazione del tuo stramaledetto libro non appena la leggi, quel 30 resterà per sempre un miraggio.

Sarò ripetitivo e penserai che stia solo portando acqua al mio mulino (ed è quello che in effetti sto facendo), ma esiste un solo modo grazie al quale puoi essere sicuro di superare una quantità di esami scandalosa alla tua prossima sessione.

Vediamo se riesco a indovinare cosa stai pensando in questo momento.

“Se vabbè, questo adesso vuole farmi credere che basta che io faccia Genio in 21 Giorni e da un giorno all’altro mi ritrovo il libretto pieno di 30”.

Ci sono andato vicino?

Lo so che lo scetticismo domina incontrastato e non puoi davvero credermi quando ti dico che esiste un metodo che ti fa prendere 30 e lode a tutto spiano, dimezzando (come minimo) le ore che di solito sprechi a studiare e ripetere.

Infatti non sarò io a dirtelo. Lo dicono i miei studenti.

Te lo dice Laila, che ha dato 18 esami in 5 mesi con la media del 30 e Lode => 18 esami in meno di 5 mesi con la media del 30 e Lode, pur lavorando in ambasciata a Roma

Te lo dice Felipe, che si è laureato con 117, ha preso migliaia di euro di borse di studio, ed è stato premiato alla camera dei deputati. => Dieci 30 in dodici esami (di cui 7 con la Lode), vincendo inoltre più di 5.000€ di borse di studio

Te lo dice Irene, che è riuscita nell’incredibile impresa di dare 14 esami in 5 settimane!

Te lo dicono le migliaia di storie di ragazzi come te che puoi leggere qui.

Insomma, se sei intelligente, arrivato a questo punto hai sicuramente capito che l’unico autosabotaggio che può ancora danneggiarti non è più trovare l’ennesima giustificazione per giustificare un esame andato male.

Ma trovare la scusa per non esserti ancora iscritto a Genio in 21 Giorni.

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