Genio in 21 giorni

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Genio in 21 Giorni al Telegiornale su Rai 3

«Una buona percentuale dei ragazzi ha problemi con i testi scritti.»

Ecco come inizia il servizio andato in onda su Rai 3 il 5 ottobre 2019.

Sembrerebbe infatti che almeno un ragazzo su 3 abbia problemi nell’apprendimento. E questa è una condanna per il loro futuro. Avere problemi nell’apprendimento, come puoi immaginare, rende una vera e propria “Via Crucis” tutto il loro percorso di studi.

Molti finiscono fuori corso… moltissimi lasciano l’università…

… e altri si trasformano in topi da biblioteca pur di evitare di diventare collezionisti di bocciature.

A fornirci questi dati è il “Telegiornale Leonardo”. Un TG specializzato in argomenti scientifici.

Il servizio (che puoi trovare cliccando qui) è stato condotto da Elena Cestino che ha intervistato numerosi ricercatori del “CNR” (il Consiglio Nazionale delle Ricerche) – i quali sono tutti d’accordo su un fatto:

Gli studenti italiani soffrono di gravi disturbi legati alla concentrazione

Non solo.

Sembrerebbe che col passare del tempo, questa “mancanza di concentrazione” sia sempre più frequente nei ragazzi.

Al momento si stima che sia circa 1/3 dei ragazzi a riscontrare questo problema in modo GRAVE.

E gli altri?

Purtroppo, secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il restante 66% non può considerarsi salvo.

A cosa mi riferisco?

Un ragazzo su 3 soffre di gravi distrurbi alla concentrazione. Ma anche tutti gli altri – chi più, chi meno – sono colpiti da questo problema. 

Se analizzassi uno ad uno i tuoi compagni di corso non è che ti ritroveresti a dire “tu si… tu no… tu si… e così via”. Sarebbe piuttosto una questione di “quanto poco riesce a concentrarsi ognuno di voi”.

Ecco perché forse, a volte fai fatica ad ascoltare quel professore che quando parla sembra sparare spore soporifere dalla bocca.

È pienamente comprensibile che se unisci “l’effetto sonnifero” di alcuni professori, ad una difficoltà di concentrazione comune a TUTTI gli studenti, gli effetti sono micidiali.

È un po’ come se creassi un super cocktail pensato apposta per farti fallire miseramente all’università – nonostante il tuo impegno.

Cioè che tu puoi andare a lezione con tutta la voglia del mondo e con una flebo di caffeina attaccata al braccio…

… ma secondo i dati raccolti dal CNR, è perfettamente normale che tu faccia fatica a ricordarti quello che il professore spiega.

Questa cosa viene considerata, appunto, normale. Ma è ritenuta così perché da tempo immemore agli studenti NON vengono forniti gli strumenti corretti per studiare e diventare persone di cultura senza sforzo. Questa è una cosa “comune”, che NON è né dovrebbe essere diventata “normale”

La normalità sarebbe l’esatto contrario: andare a scuola e saper imparare e registrare le informazioni con semplicità.

Perché se non ti ricordi bene quello che viene spiegato a lezione (o quello che studi sui libri), superare l’esame diventa impossibile.

Alllora, o cerchi di pensare ad altro e provi con tutto te stesso a scacciare il senso di colpa causato dalla bocciatura…

… oppure inizia ad impegnarti al massimo. 

Ti butti a capofitto sui libri con l’intenzione di imparare ogni dettaglio, così da limitare un po’ quella dannata ansia che ti attanaglia le spalle quando l’esame si avvicina.

Ti chiudi in casa – o in biblioteca.

Gli amici? E chi li sente più.

Netflix e Amazon Prime diventano come quei parenti lontani che incontri giusto a Natale e a Pasqua.

Ora dimmi: quando una persona è disposta ad impegnarsi così tanto, merita di passare l’esame?

Beh, in un mondo ideale, dove “impegno = garanzia di risultati”, sicuramente sì.

A volte però, questo mondo sembra tutt’altro che ideale. Perché quando ti rendi conto di quanti studenti si impegnano tanto, ma poi sono costretti a notare lo sguardo di delusione e sconforto da parte dei propri genitori… l’unica cosa che rimane è la tristezza.

Se fallisci quando non hai studiato, è un conto. 

È diverso però quando ti ritrovi a bruciare il tuo tempo su dei libri che non leggeresti neanche sotto tortura, ma vieni comunque bocciato.

È facile quindi capire perché il CNR si è impegnato così tanto nel trovare una soluzione. Un modo per permettere a studenti come te di portarsi a casa la laurea senza dover rinunciare alla propria salute mentale.

E ridurre anche il tasso di abbandono agli studi, per un paese più “civilizzato” e “acculturato”, visto che la prima ricchezza di un Paese sono le persone che lo popolano.

E sono lieto di annunciare che, dopo ben 25 anni di ricerche, CNR ha trovato la soluzione per farti sfrecciare dritto verso la laurea. E ha deciso di spararla direttamente in TV per raggiungere più studenti possibili.

Vuoi laurearti a pieni voti e in meno tempo, anche se i tuoi libri sono di una noia mortale? Allora quello che ti serve è un metodo di studio tarato sul tuo cervello

Non mi stancherò mai di dirlo: non esiste un metodo di studio uguale per tutti.

Come mai?

Molto semplice: il tuo cervello NON è uguale a quello dei tuoi compagni di corso. Il cervello di ogni persona al mondo funziona in un modo unico. 

Tuttavia, sin dalle elementari è probabile che ti abbiano insegnato a studiare esattamente nel modo che è stato trasmesso ai tuoi compagni.

A nessuno è venuto in mente che forse, chi prendeva sempre 10 era solo perché si trovava meglio con il metodo d’insegnamento che veniva proposto.

No. Il metodo era lo stesso. Per TUTTI.

Quale?

Prendi il libro… sottolinei (o evidenzi)… fai uno schema (o un riassunto)… poi ripeti… e ripeti… e ripeti… e ripeti…

… E RIPETI…

… e poi – se non sei morto dalla noia a furia di ripetere le stesse informazioni – (in teoria) dovresti aver fissato i concetti nel tuo cervello.

Solo che sono fissati con lo sputo e non col Bostik. E il CNR non ha esitato per un secondo a ribadirlo: studiare in questo modo NON funziona. Ecco spiegato il perché di così tanti studenti in crisi.

Un metodo di studio non può essere solo “efficace”.

Un metodo di studio dev’essere “efficace per te. Si tratta di efficacia relativa, ovvero un sistema di studio efficace è efficace SE e QUANDO è efficace per il tuo personale ed unico modo di apprendere meglio.

E l’hanno capito bene i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche. 

Per garantire un metodo che ti permetta di infarcire il tuo libretto di 30 e lode, hanno deciso di creare una collaborazione con l’azienda leader in Italia nell’ambito dell’apprendimento.

Ecco come la collaborazione tra Genio in 21 Giorni e il Consiglio Nazionale delle Ricerche ti farà sfrecciare dritto verso la laurea

I docenti del corso Genio si occupano da anni di fornire agli studenti universitari un metodo personalizzato. E ora che anche il CNR si è reso conto dell’efficacia di questo sistema, le ore di noia e frustrazione che trascorri per preparare gli esami hanno le ore contate.

In pratica, dopo il corso non sarai più costretto a ripetere come un pappagallo impazzito quello che devi memorizzare.

Un metodo personalizzato ti permette di sigillare nel tuo cervello le informazioni come dei contanti nel caveau di una banca. 

Ma non solo.

Quando depositi nel tuo cervello ciò che studi e lo fai “in un modo che a lui piace”, non solo hai la garanzia che le informazioni non se ne usciranno, ma possiedi anche tutti gli strumenti per ripescarle a comando.

In pratica, ogni cosa che studi viene fissata in modo indelebile nella tua memoria. E quando il professore ti fa una domanda – indipendentemente dalla difficoltà dell’argomento – tu sei in grado di rispondere correttamente anche se hai passato più tempo su Netflix che sui libri.

Troppo bello per essere vero?

Beh, al momento sono “solo” 40 mila gli studenti in Italia che confermano questi risultati incredibili.

Basta pensare ad Andrea, che grazie ad un metodo di studio personalizzato è stato in grado di totalizzare 66 CFU in 9 esami, dati in solamente 2 sessioni:

Ecco i risultati che ottiene chi studia un metodo di studio personalizzato.

Perché quando impari a sfruttare le caratteristiche del tuo cervello, quella sensazione di “vuoto mentale” causata da una domanda difficile all’esame, viene sostituita con la sicurezza di sferrare in faccia al professore la risposta corretta.

La tua media di voti inizia pian piano a cambiare.

L’ansia dell’esame diventa solo un lontano ricordo.

E sei libero. 

Perché quando ti ritrovi a sfoggiare un libretto pieno di 30 ad amici e genitori – ma sei consapevole di non essere rimasto indietro con le tue serie tv preferite – non puoi fare a meno che essere fiero di te.

Se vuoi iniziare a sfornare un 30 dopo l’altro e sfoggiare un libretto che i tuoi amici ti diranno «Seeeeeee, ma li hai pagati!» – il tutto senza doverti segregare in una biblioteca come un monaco in un convento – allora clicca qui!

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